Tra le tante cose che distinguono l’uomo dagli animali vi è la capacità di aver coscienza di ciò che si compie e di ciò che si è compiuto. La coscienza, illuminata dalla Verità, fa capire se si è agito bene o se si è agito male. E, al termine del ciclo di azioni, cioè al termine della giornata, l’uomo di coscienza deve esaminarsi per capire dove ha eventualmente sbagliato e così sapersi correggere. Finanche un pagano come Seneca (?-65) dice:
La mattina devi darti pensiero delle cose da fare, la sera delle cose fatte.
Se questo è vero per ragione, figuriamoci per fede. Cioè se questo è vero per l’uomo in quanto uomo, figuriamoci per il cristiano. Questi, oltre che esaminarsi per correggersi, deve ad esaminarsi per chiedere perdono a Dio nei confronti del Quale si è sempre debitori.
San Giovanni Crisostomo (344-407) scrive:
Voi tutti avete un registro su cui scrivete ogni giorno le entrate e le uscite per le spese. Certamente non andrete mai a dormire prima di aver fatto i vostri conti. E’ un vostro dovere. Ma anche l’anima vostra ha diritto alle vostre cure vigilanti. La vostra coscienza è un libro aperto, su cui ogni sera dovete notare il guadagno e la perdita, gli atti virtuosi e le colpe. Quindi, ogni sera, prima di addormentarvi prendete a tu per tu l’anima vostra e ditele: ‘Su, anima mia, su, facciamo un po’ i nostri conti: che ben hai fatto oggi? Quale male hai commesso?’. Così, con il mio pentimento e con il perdono del Signore per ogni mio difetto o peccato commesso, posso dormire con l’anima in pace, e se il Signore venisse a prendermi durante la notte, mi troverà con l’anima in grazia.
Aggiunge san Francesco di Sales (1567-1622):
La sera si deve andare a letto come al confessionale, cioè non senza aver fatto prima un buon esame di coscienza.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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