BORRACCIA – 25 febbraio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari “sorsi”  sono i punti della meditazione.


L’ACQUA

Il giusto germoglierà come giglio e fiorirà eternamente davanti al Signore

(Osea 14,6)

I SORSI

1

Cari pellegrini, oggi partiamo da un tema triste, ma importante: la sofferenza dei più piccoli.

2

Ci sarà capitato di andare ad un funerale per la morte di un bambino o di un ragazzo. Essere lì a piangere con chi piange e con chi sta vivendo un dolore innaturale. Si sa che ogni bravo genitore vorrebbe lui morire al posto del proprio figlio. Fin quando si tratta di piangere per la perdita di un padre o di una madre, siamo nell’ordine naturale, ma sopravvivere ai propri figli è dura, molto dura.

3

Ebbene, la domanda che in questi casi tutti possono porre è non solo perché Dio permetta questo, ma perché permetta che nascano bambini che poi dovranno morire di lì a poco.

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La risposta è proprio nelle parole che fanno da acqua a questa borraccia: “Il giusto germoglierà come giglio e fiorirà eternamente davanti al Signore”.

5

Se ci lasciamo irretire dalla menzogna secondo cui la vita è solo questa, sulla terra, allora a tali interrogativi non vi è risposta.

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Ma se invece ci armiamo della vera fede, allora la risposta c’è. Sta proprio in due termini che l’acqua indica. Essi sono un verbo ed un avverbio. Il verbo è “fiorirà“. L’avverbio è “eternamente“.

9

Fiorirà rimanda al fiore; e  il fiore a sua volta rimanda al seme. Ebbene, senza il seme non può esserci il fiore. Dunque, senza la vita su questa terra, non potrà mai esserci il “fiore” della vita del Paradiso.

10

La vita del Paradiso è la gioia nell’eternità e per l’eternità.

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Queste due termini (fiorirà ed eternità) rimandano ad una verità in cui salta qualsiasi connotazione quantitativa. A che serve soffermarsi sulla quantità del tempo? L’importante è che c’è il seme, perché, grazie a questo, si avrà lo splendore del fiore.

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Avere un seme dinanzi allo sguardo, non serve a nulla. Non riempie lo sguardo, non ha nulla di bello in sé.

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Piuttosto, osservando un seme, ci sentiamo desiderosi di piantarlo subito per ammirare e gustare quanto prima i suoi frutti.

Al Signore Gesù

Signore, fa che capisca che ciò che conta è solo essere con Te in Paradiso: per l’eternità.

Tutto il resto non vale nulla.

Meglio un attimo e stare con Te, per sempre; che non mille anni ed essere lontano da Te, per l’eternità.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei il fiore più bello del Paradiso.

A fianco a Te e con Te potrò accompagnare e adornare la mia vita del tuo stupendo profumo.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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