SOSTA – 28 giugno 1952: nasce Pietro Mennea. Uno stile che ricorda il “figliuol prodigo”

di Corrado Gnerre

Pietro Mennea nacque a Barletta un 28 giugno, precisamente dell’anno 1952.

Chi non lo ricorda? Ma soprattutto chi non ricorda una delle sue più originali caratteristiche: partire molto male e poi fare recuperi pressoché impossibili? La finale delle Olimpiadi di Mosca del 1980, con il suo “oro” nei 200 metri, lo conferma.

Soffermiamoci su questo evento. L’inglese Wells lo supera subito. Mennea parte in ottava corsia (quella più esterna) per cui già beneficia di un vantaggio significativo. Malgrado questo, perde subito terreno e nel giro di poche falcate è già dietro all’inglese. Quando inizia il rettilineo, Mennea è molto dietro. Ma poi non nel giro di pochi minuti, bensì di pochissimi secondi, recupera e supera Wells e tutti gli altri.

Immagine straordinaria di una verità. Anche se nella vita si parte male, c’è sempre la possibilità di recuperare. Ad una condizione, però: che si stringano i denti,  che si faccia “scoppiare” il cuore dalla fatica, che si tendano i muscoli, che si sudi. Cioè che si corrisponda con serietà alla grazia che dona Colui che vuole che si recuperi da qualsiasi errore.

Anche il figliuol prodigo partì male, anzi malissimo. Stava per subire la più cocente sconfitta: il fallimento della propria vita. Ma poi capì e s’incamminò verso casa: verso il ritorno.

L’importante non è partire male, ma arrivare trionfalmente al traguardo.

In questo, lo stile di Mennea può insegnarci molto.

Può insegnarci come correre nel miglior modo possibile. Come correre sulla pista della vita.

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