BORRACCIA – 14 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Signore, niente che non ti appartenga può entrare in Te, né può essere misurato l’abisso della tua immensa maestà da una forza diversa e a Te estranea. Qualunque cosa penetra in Te è la tua: né ti è estranea la potenza di colui che può scrutarti…
(Sant’Ilario di Poiters – Trattato sulla Trinità, 12)

I SORSI

1

Cari pellegrini, siamo in un porto per salire al bordo di una grossa nave. Prima però di salire, ci tocca attendere che venga scaricata: scendono i passeggeri, ma non solo: ci colpisce quante auto, quanti torpedoni, quanti pensatissimi Tir escono dal deposito; e pensiamo al paradosso del galleggiamento, quell’enorme peso che riesce ad adagiarsi sul mare senza affondare.

2

“Adagiarsi”, perché la nave è fatta in un certo modo. Se si sviluppasse in verticale, anche se portasse con sé una sola pietra, non galleggerebbe.

3

Nelle parole che fanno da acqua di questa borraccia sant’Ilario di Poiters (310-368) dice una frase che è il “succo” dell’intera citazione: …né ti estranea la potenza di colui che può scrutarti…, che vuol dire che grazie a Dio conosciamo Dio.

4

Ricordiamo un esempio famoso. Siamo in una stanza e abbiamo in mano una perla preziosa. Improvvisamente ci cade e siamo costretti a cercarla. Altrettanto improvvisamente va via la luce e diventa tutto buio. L’operazione di ritrovamento diventa di fatto impossibile. Anche se ci mettessimo tutto l’impegno, il buio ci impedirebbe qualsiasi successo. Dopo poco ritorna la luce, tutto diventa più facile, ci attiviamo, ci mettiamo carponi e la perla è ben che ritrovata!

5

Questo esempio ci fa capire come per ritrovare un oggetto occorre lo sforzo personale, ma anche l’aiuto di qualcos’altro: la luce. Così per trovare Dio, occorre tanto lo sforzo personale quanto il suo aiuto, cioè la Grazia.

6

C’è un’espressione di Gesù che alla prima lettura sembra strana e perfino ingiusta: A chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza. Ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha (Matteo 25, 29). Ingiusta, perché sarà dato a chi ha già e sarà tolto a chi non possiede. In realtà qui il Signore sta affermando proprio ciò che abbiamo già detto: se non si ha la Grazia, non si può conoscere Dio.

7

Questo era il grande insegnamento dei Medioevali, i quali non si limitavano a dire: intelligo ut credam (ragiono per credere), ma anche credo ut intelligam (credo per ragionare).

8

D’altronde è così, il simile attira il simile.

9

Per trovare l’aria di Dio, bisogna “respirare” Dio.

10

Per trovare il sapore di Dio, bisogna “mangiare” Dio.

11

Per trovare il balsamo di Dio, bisogna “toccare” Dio.

12

Per farsi cullare da Dio, bisogna adagiarsi su di Lui. Come fa la nave pesante: non fende l’acqua, bensì si adagia dolcemente su di essa; e così diventa capace di portare tutti i pesi possibili. Senza affondare.

Al Signore Gesù

Signore, dammi la tua Grazia e ti conoscerò.

Dammi la tua Grazia e mi legherò a Te.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei colei che più scruti Dio, perché sei piena di Dio.

“Piena di Grazia” ti disse l’Angelo e piena di Dio sei davvero.

Rimango abbracciato a Te per riempirmi di Dio attraverso Te.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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