Uno degli argomenti su cui poggiano le teorie omosessualiste è quello secondo cui l’omosessualità sarebbe talmente “naturale” che si riscontrerebbe anche nelle specie animali. Ora, oltre al fatto che tra gli animali si riscontrano tante altre cose che naturali non sono (nel senso di conformi alla legge naturale), per esempio uccidere i propri simili e i propri figli, o cibarsi dei propri escrementi… oltre a questo -dicevamo- non è affatto vero che l’omosessualità sia presente nella vita animale. Riportiamo la seconda parte dell’articolo Pinguini gay, basta la natura a smontare la bufala, pubblicato tempo nel 2019 fa su lanuovabq.it (clicca qui).
(…) .Come spiega il dott. Ciro Di Sarno, medico veterinario: “L’etologia insegna, da Lorenz in poi, che questi comportamenti simil-copulativi non sono affatto atti sessuali, ma simbolici e necessari a regolare le gerarchie del gruppo. Se avete mai osservato un tale comportamento tra due cani maschi, non vi sarà sfuggito che il cane “montato” reagisce in due possibili modi.
O sottostà passivamente al cane che monta (dominante), quasi senza avvedersene, oppure si ribella, mostra i denti, cerca di mordere o fugge. Nel primo caso il cane “montato” si comporta da gregario subalterno e non ha alcun interesse a dimostrare il contrario; nel secondo caso invece, è un giovane dominante in cerca di un ruolo, indisponibile a segnare il passo. Il cane, quindi, non sta compiendo alcun atto sessuale, ma ciò che gli etologi chiamano “modulo comportamentale autonomo”. Si tratta cioè, di modalità di comportamento, diverse secondo le finalità (accoppiamento, procacciamento del cibo, gerarchie di gruppo, ecc.) che l’animale tiene costantemente in esercizio anche quando esse non servono”.
Un po’ come quando il gatto di casa insegue un gomitolo o una pallina: non vuole realmente nutrirsi di questi oggetti, semplicemente tiene in esercizio il suo istinto di cacciatore – pena l’atrofia – per poterlo ben dimostrare di fronte a un vero topo, o a un vero uccellino.
Allo stesso modo, come spiega il dott. Di Sarno: “Il cagnolino che monta il cagnetto del vicino, non sta tentando un approccio omosessuale, ma sta rafforzando il comportamento che prima o poi dovrà avere e cioè quello della monta con una cagnetta. Si tratta solo di giochi istruttivi; la sessualità di quegli animali è e sarà perfettamente naturale in prosieguo, e soprattutto fertile”.
Le sorprese non finiscono qui. Come è stato scoperto dal dipartimento di Ecologia e Genetica dell’Università di Uppsala, in Svezia, in altri animali, come in alcune specie di coleotteri, comportamenti pseudo-omosessuali rilevati in carenza di femmine, sono stati individuati – paradossalmente – come indirizzati a una maggiore procreazione. Il maschio diventa praticamente custode dello sperma di un suo simile per aumentare la sua prolificità all’accoppiamento “regolare” con una femmina, che farà così più uova.
Colpiscono anche gli albatross delle Hawaii: benché siano uccelli monogamici, il 31% delle loro coppie appare come “lesbo”. Le due femmine crescono insieme i piccoli senza l’aiuto del maschio che tuttavia le ha fecondate. La coppia fra gli albatross femmina è quindi, piuttosto, un “sodalizio fra ragazze madri” finalizzato a incrementare la riproduzione di questi uccelli marini.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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