Rubrica a cura di Corrado Gnerre

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Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia”  è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità Cattolica. 

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Le strade di Buenos Aires ormai sono le mie viscere (…) (esse) sono per il solitario una promessa /perché migliaia di anime singole le popolano, uniche davanti a Dio e nel tempo e senza dubbio preziose.

Jorge Louis Borges (1899-1986) – Le strade

Il famoso poeta e scrittore argentino osserva in sé le strade della sua città.

Le osserva in sé perché le fa sue; nel senso che constata quanto facciano parte della sua vita, della sua storia, del suo destino. Le considera, pertanto, le sue viscere.

Eppure c’è qualcosa che esprime un paradosso del vivere. Gli uomini sono legati, in un certo modo sono inestricabili, perché l’uno ha bisogno dell’altro; ma sono anche soli, impietosamente soli.

Chi percorre le strade del vivere quotidiano ha storie diverse. Chi sta soffrendo. Chi sta gioendo. Chi si affanna. Chi ciondola solo per sgranchire le proprie gambe. Chi porta a spasso il cane. Chi è alla ricerca di qualcuno con cui scambiare una parola. Ma al di là di tutto questo: ognuno ha un suo destino.

Ognuno è l’esito di un progetto prezioso.

Ognuno è unico per la sua missione.

Però, perché questo venga riconosciuto, occorre scoprire che c’è uno Sguardo che ingloba tutto.

Occorre scoprire che l’uomo non si spiega con l’uomo, la vita con la vita, l’esistenza con l’esistenza.

Ed è con questo Sguardo che la strade  che ogni vita percorre, diventano anche la propria.

Diventano le proprie viscere.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri