Padre Tanquerey c’indica i rimedi contro le tentazioni del demonio

Leggiamo dal “Compendio di teologia Ascetica” e Mistica di padre Adolfo Tanquerey

La Provvidenza permette gli assalti del demonio in virtù del principio generale che Dio governa le anime non solo direttamente, ma anche per mezzo delle cause seconde, lasciando alle creature una certa libertà d’azione. D’altra parte ci avvisa di stare in guardia, e per proteggerci c’invia in aiuto gli angeli buoni e in particolare l’Angelo custode, senza dire dell’aiuto che ci presta Egli stesso o per mezzo del suo Figlio. Approfittandoci di quest’aiuto, noi trionfiamo del demonio, ci rafforziamo nella virtù e acquistiamo meriti per il Cielo. Quest’ammirabile condotta della Provvidenza ci mostra anche meglio quale somma importanza dobbiamo dare alla nostra salvezza e alla nostra santificazione, dal momento che vi prendono parte il cielo e l’inferno, e attorno all’anima nostra e talora dentro l’anima stessa avvengono tra le potenze celesti e le infernali fieri combattimenti la cui posta è la Vita Eterna.

I rimedi contro la tentazione diabolica ci sono indicati dai Santi (…).

Il primo è una preghiera umile e fiduciosa, per trarre dalla nostra parte Dio e gli angeli suoi. Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Chi infatti può essere paragonato a Dio? Questa preghiera deve essere umile; perché nulla vi è che metta più rapidamente in fuga l’Angelo ribelli, il quale, ribellatosi per orgoglio, non seppe mai praticare questa virtù: l’umiliarsi dinanzi a Dio, il riconoscersi impotenti a trionfare senza il suo aiuto, sconcerta i disegni dell’Angelo superbo. Dev’essere pure fiduciosa; perché, premendo alla gloria di Dio il nostro trionfo, possiamo avere piena fiducia nell’efficacia della sua grazia. E’ bene invocare pure San Michele, che, avendo inflitto al demonio una splendida sconfitta, sarà lieto di coronare la sua vittoria in noi e per mezzo di noi. E volentieri lo asseconderà il nostro Angelo custode se confidiamo in lui. Ma non dimenticheremo di pregare specialmente la Vergine Immacolata, che col piede verginale non cessa di schiacciare il capo al serpente ed è per il demonio più terribile di un esercito schierato in battaglia.

Il secondo mezzo è l’uso confidente dei sacramenti e dei sacramentali. La Confessione, essendo un atto di umiltà, mette in fuga il demonio; l’assoluzione che le tiene dietro ci applica i meriti di Gesù Cristo e ci rende invulnerabili ai suoi dardi; la santa Comunione, mettendo nel nostro cuore colui che ha vinto satana, ispira al demonio un vero terrore. Gli stessi sacramentali, il segno della croce o le preghiere liturgiche fatte con spirito di fede in unione con la Chiesa, sono pure di prezioso aiuto. Santa Teresa d’Avila racconta in particolare l’acqua benedetta, forse perché è molto umiliante per il demonio vedersi sbaragliato con un mezzo così semplice.

L’ultimo mezzo è un sommo disprezzo per il demonio. (…). vedersi disprezzare da esseri più deboli è infatti una dura umiliazione per questi spiriti superbi. Ora noi, come abbiamo detto, appoggiati umilmente su Dio, abbiamo il diritto e il dovere di disprezzare i demoni. Questi possono abbaiare ma non possono mordere, se, per imprudenza o per orgoglio, non ci mettiamo in loro potere. A questo modo pertanto la lotta che dobbiamo sostenere contro il demonio, come pure contro il mondo e la concupiscenza, ci rafforza nella vita soprannaturale, anzi ci fa anche progredire.

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