SOSTA – A proposito dell’armocromista della Schlein, ti spieghiamo perché la Sinistra non può non essere “radical-chic”

A proposito della notizia di cui molto si sta parlando in queste ore, ovvero che la neosegretaria del PD, Elly Schlein, si avvarrebbe di un’armocromista (mestiere a noi finora sconosciuto) e della intervista da lei rilasciata a Vogue, è ritornato alla ribalta il tema della deriva radical-chicchista della Sinistra italiana e non solo italiana. In realtà la cosa non dovrebbe meravigliare più di tanto. Perché? Perché la Sinistra non poteva non subire questa deriva. A tal proposito vi riproponiamo una sosta già da noi pubblicata.


di Corrado Gnerre

Fu lo scrittore americano Tom Wolfe (1930-2018) a coniare nel 1970 la celebre e puntualissima espressione “radical-chic” per indicare un certo tipo di Sinistra rivoluzionaria e salottiera. Una definizione puntualissima nel senso di precisa e per certi versi profetica.

Profetica più che nell’anticipazione dei tempi, nella constatazione di ciò che già stava avvenendo e di cui forse in molti ancora non si accorgevano.

Chiediamoci: può la Sinistra rivoluzionaria essere anche salottiera? Rispondiamo: non solo può, ma in un certo senso questa deriva (l’essere salottiera) è per la Sinistra del tutto inevitabile. Farebbe meraviglia se così non fosse.

Per “salottiera” deve intendersi un atteggiamento di tipo mondano in cui il mondo (per l’appunto) viene visto come spazio vitale, come occasione di realizzazione e di visibilità. Insomma, come destino.

Per quanto la Sinistra si possa ammantare di ideali rivoluzionari e di spirito di immolazione, per essa il fascino del mondo diviene talmente irresistibile che finisce con il cercare di armonizzare e di rendere compatibile prospettive che non lo potrebbero mai essere.

Ma perché la Sinistra non può non tendere verso questo innaturale matrimonio tra mondo e rivoluzione? La risposta è semplice, perché la Sinistra recide la dimensione escatologica. O meglio: sostituisce alla vera escatologia una falsa escatologia.

Alla Sinistra manca la dimensione dell’Eterno. Lo spazio di realizzazione deve essere nell’immanente. E anche quando si attende la realizzazione dell’utopia (falsa escatologia), questa attesa non solo non sarà per tutti (bensì solo per chi si troverà a vivere nel tempo dell’instaurarsi del “paradiso in terra”), ma avverrà appunto nella storia, cioè nel divenire, nella mutabilità e nella precarietà del tempo. Da qui l’impossibilità di resistere alla tentazione del mondo. Se si sceglie il mondo come destino, il suo fascino diventa in un certo qual modo irresistibile. Sarebbe illogico il contrario! Ed ecco perché si lotta contro il caviale, ma non si rinuncia ad esso. Si lotta contro il lusso, ma solo contro il lusso degli altri.

Al destino dell’Eterno, la Sinistra sceglie il destino del Tempo. E così il “campo di battaglia” viene facilmente e molto volentieri sostituito con un comodo “salotto”.

Meraviglia? Lo ripetiamo: no! Tant’è che la Sinistra è nata nei salotti e morirà nei salotti. E’ nata nei club illuministici …e finirà imbalsamata nei musei!


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1 Comment on "SOSTA – A proposito dell’armocromista della Schlein, ti spieghiamo perché la Sinistra non può non essere “radical-chic”"

  1. ”può la Sinistra rivoluzionaria essere anche salottiera? Rispondiamo: non solo può, ma in un certo senso questa deriva (l’essere salottiera) è per la Sinistra del tutto inevitabile”

    La Destra rivoluzionaria oggi al governo invece ama i ”meno abbienti”… Quando la Meloni proclamerà la regalità di Cristo sulle terre d’Italia, fatemi un fischio. Ci tengo.

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