Vuoi difendere la vera dottrina? Ricordati che prima devi pregare

di Pierfrancesco Nardini per il C3S

“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” (“…cieco di chi non vuol vedere” è la variante).

S’intende, è noto, quando qualcuno non vuol sentire/vedere la realtà o, comunque, alcune evidenze che gli vengono messe davanti. Nonostante sia chiaro che chi gliele dice sia oggettivamente più preparato.

Ora, capita spesso, di certo anche a molti amici del C3S, di parlare con persone che insistono su posizioni contraddittorie con argomento Chiesa e dintorni.

Ci sono molte persone che, di certo in buona fede, se messe di fronte ad evidenze che contrastano con le loro convinzioni, iniziano a cercare mille giustificazioni, ad arrampicarsi sugli specchi alla ricerca di inesistenti eccezioni. A volte con esiti quasi divertenti. Se non ci fosse da piangere…

Facciamo esempi, generici, ma di certo frequenti. “Il Concilio Vaticano II ha portato questi problemi”, “Eh ma… ” e si cerca il modo di controbattere per forza. “Questo Papa ha detto questa cosa in contrasto con questo dogma”, “Questo è un grande Papa”. Ecc…

I motivi di questo atteggiamento sono intuibili: o l’orgoglio di dover per forza contestare una posizione diversa o non si accetta qualcosa che sconvolge in modo assoluto alcune convinzioni, costringendo a faticose revisioni. O “si sta da una parte” più per simpatie o pancia che per convinzione e conoscenza. O, ancora, soluzione molto frequente, la mancata conoscenza di fatti e/o della dottrina.

Quale che sia il motivo, quando ci si trova in queste situazioni, si va spesso in difficoltà, per questo atteggiamento dell’interlocutore. Non si sa come fare e cosa dire.

Si corre anche il rischio di innervosirsi per la palese volontà altrui di non ascoltare o di non voler ammettere.

La soluzione è, di certo, quella di non arrendersi (senza eccedere), cercando di spiegare e, magari, se ne è evidente la mancanza, far conoscere alcuni fatti o quant’altro di utile.

La soluzione più efficace è però, come sempre, la preghiera.

Ci si deve sempre ricordare che si è strumenti di Dio e che da soli non possiamo far nulla, che non siamo noi con le sole nostre forze a convertire un amico o a farlo ragionare. È sempre Dio che fa la parte principale.

Se ci si ostinasse a voler convincere da soli chi ha il suddetto atteggiamento, si rischierebbe di pensarci in grado di far tutto, ci si dimenticherebbe Dio e la natura finita dell’uomo. Oltre a rischiare anche una sonora inefficacia.

Non ci si dimentichi che Gesù ha ammonito: “senza di me non potete fare nulla” (Gv 15, 5). Così San Tommaso d’Aquino commentava: “cosí il Signore istruisce i cuori degli umili e chiude la bocca dei superbi, (…) i quali affermano di poter compiere da soli le opere buone delle virtù e della legge, senza l’aiuto di Dio. (…) Quindi, se non possiamo neppure pensare senza dipendere da Dio (v. 2Cor 3, 5, ndr), molto meno possiamo compiere altre cose” (Commento al Vangelo di Giovanni 15, 5).

In determinate situazioni accompagniamo allora la nostra necessaria opera di apologetica/apostolato con la preghiera, così da essere davvero efficaci.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 

 


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