SOSTA – Perché con la Vita di Grazia si divinizza il proprio tempo?

  1. Il poeta Thomas Stearns Eliot (1888-1965) in una sua poesia dice:(…) i nostri giorni sono pochi, facciamo almeno che siano divini” (T.S.Eliot, Poesie, Milano 1986, p.121). Il senso è chiaro: a che serve il tempo se esso fosse orientato verso il nulla? O si vive pochi anni o se ne vivino tanti, non ci sarebbe alcuna differenza, perché, dinanzi al nulla, tutto è destinato a dissolversi. Ed ecco perché giustamente. Eliot dice che l’unica posizione intelligente è divinizzare il proprio tempo. Come può essere possibile questo?
  2. Il Cristianesimo è l’unica religione in cui davvero si può divinizzare il tempo. Se fosse solo perché il Cristianesimo afferma che, dopo questa vita, le nostre azioni saranno giudicate e che quindi meriteranno un premio eterno o una condanna eterna, allora anche altre religioni darebbero questa possibilità, perché anche altre religioni parlano di vita eterna con premio o castigo. No. Il Cristianesimo è l’unica religione in cui si può divinizzare il tempo è soprattutto per un altro motivo: perché è l’unica religione in cui la vita dell’anima è chiamata a partecipare della vita stessa di Dio, attraverso la Grazia. Questa dà la possibilità di conferire un valore infinito ad ogni gesto che si compie, fosse anche quello più banale ed insignificante. Tale possibilità di rendere infinito ciò che è finito, di scolpire nell’eterno ciò che avviene nel tempo, sublima il tempo stesso…appunto: divinizzandolo.

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